Recensione Quella casa nel bosco
genere : horror
anno : 2012
durata : 95 minuti
regia : Drew Goddard
cast : Kristen Connolly, Chris Hemsworth, Anna Hutchison, Fran Kranz, Jesse Williams
Quella casa nel bosco è stato definito dalla grande critica un vero e proprio capolavoro, uno dei migliori degli ultimi anni ! MAH ..!!!! Anche questa volta mi trovo in disaccordo con tanti opinionisti che allineandosi alle recensioni di illustri critici tendono a valorizzare in modo esagerato gli aspetti tecnici di un film tralasciandone altri che ritengo più importanti . Seppure originale, alternativo e innovativo non può certo essere accostato ai veri capolavori della cinematografia moderna. Sostanzialmente un film deve trasmettere emozione, a prescindere dal budget, dal cast più o meno famoso, dai tecnicismi comunque rilevanti o meno, deve soprattutto comunicare e lasciare nello spettatore un qualcosa che rimanga impresso nella memoria. Se è un film sentimentale lo spettatore in teoria dovrebbe uscire commosso o ancor meglio con le lacrime agli occhi. Se è un thriller ci dovrebbe essere suspense e suscitare sorpresa, se è comico dovrebbe far ridere e così via. Insomma, senza emozioni e fantasia non esisterebbe il cinema come lo intendiamo noi. Partiamo dal presupposto che “Quella casa nel bosco ” dovrebbe essere un film appartenente al genere Horror . Beh! , se così fosse, sarebbe una partita persa in partenza perché manca clamorosamente il suo obiettivo. In realtà, Quella casa nel bosco è un cocktail di vari generi che condensa slasher, splatter, trash, parodia, horror e una dose esagerata di fantasia che in taluni momenti sfocia nel ridicolo e nell’inaccettabile. Un meta-film che ingloba elementi su ispirazione di noti horror-movie omaggiandoli ma allo stesso tempo frantumando la loro stessa essenza. L’incipit iniziale è tra i più classici, i soliti 5 ragazzi sprovveduti che decidono di fare una bella vacanzina in una casetta che si trova in un luogo completamente sperduto in mezzo alla più fitta boscaglia. Abbiamo la bella di turno, il palestrato tutto muscoli, lo schizzato fumato, l’intellettuale meno nerd dei canoni classici e la ragazza acqua e sapone. Consueto inizio che ricorda pellicole famose di dubbio gusto come “La Casa ” e “Non aprite quella porta”. Giunti a quella desolante casetta di legno in mezzo al bosco, i cinque ragazzi scoprono ben presto che qualcosa di macabro e molto sospetto si cela al suo interno. Essi sono semplicemente i burattini i cui fili sono tenuti in mano da un gruppo di pseudo scienziati dotati di sofisticate apparecchiature elettroniche che controllano ogni ambiente della casa. Spiati attraverso telecamere nascoste, come in una sorta di grande fratello senza confessionale in cui tutti i malcapitati sono stati nominati, i burattinai decidono la sorte dei cinque ragazzi. Sentenza già decisa a priori senza processo per la realizzazione di un fine supremo. La pena ? una morte violenta che vede come boia un gruppo di zombie presi momentaneamente in prestito da “Resident Evil”, “28 giorni dopo”, ” L’alba dei morti viventi” e tantissimi altri. Questi cadaveri erranti privi di razionalità, lenti e stupidi, disgustosi alla vista, in pieno stato di putrefazione insieme ai soliti vampiri e licantropi stile Twilight che incutono più compassione che terrore, senza dimenticare i fantasmini incazzati che per desiderio di vendetta uccidono tutti coloro che mettono piede in quella che era la loro dimora nella vita precedente ( ricordate “The Grudge” ? ), sono da sempre nell’immaginario collettivo il sinonimo di orrore e paura. Quindi appropriati protagonisti di celebri horror-movie che in “Quella casa nel bosco ” fanno la loro breve comparsata sfilando in una ridicola passerella, tutti insieme appassionatamente riuniti in una sorta di gioco al massacro all’insegna dello splatter più insulso. E’ un film che può essere oggetto di diverse interpretazioni a seconda di come lo si guarda, in fondo il cinema è una forma d’arte, come un bel quadro astratto ognuno ci vede quello che vuole e quindi i giudizi possono essere molteplici e contrastanti. E’ sicuramente il caso di questo film che se visto come semplice forma di intrattenimento fallisce alla grande perché si dimostra un esperimento fine a se stesso ma che potrebbe incontrare il favore di quella ristretta cerchia di cinefili amanti di un genere alternativo decisamente fuori dalle righe.
Pro : è un film sostanzialmente originale, autoironico, ci si aspetta un certo epilogo della storia ma l’imprevedibilità gioca a sua favore stupendo piacevolmente alcuni e lasciando sbigottiti i più ma che nel bene o nel male incuriosisce fino alla fine e fa discutere.
Voto : 5.5
consigliato : NI
Recensione by Cinepremium