Recensione: The Defenders – deludente miniserie con gli eroi Marvel

Non c’è niente da fare! Le serie televisive con protagonisti i supereroi non funzionano. Le cause di questi insuccessi sono da attribuire ai seguenti fattori:  in primis, non riescono a trasmettere la stessa potenza visiva dei film appartenenti allo stesso genere per via di un budget spesso limitato che non permette l’uso di una CGI di un certo livello. E ovviamente quando i protagonisti sono dei supereroi con dei super poteri gli effetti speciali sono fondamentali quanto necessari per alzare il livello qualitativo dello spettacolo visivo. In secondo luogo, proprio per il fatto che si deve allungare il brodo spalmando la storia in più episodi tendono a diventare pedanti e ripetitivi. Marvel’s The Defenders, miniserie in 8 puntate prodotta dalla Marvel ne è l’ennesima conferma. Certo non ha fatto meglio la Warner Bros producendo Legends of tomorrow, serie anch’essa deludente che vede riuniti alcuni supereroi di serie B della DC Comics.

Ma ritorniamo alla recensione di questo Marvel’s The Defenders. Allora! partiamo con il dire che la serie in oggetto non è un prodotto disastroso! Giusto per chiarirci. Ciò non toglie che delude molte delle mie aspettative. The Defenders è una serie ben diretta. Su questo non ci sono dubbi. La sceneggiatura è discreta così come la qualità dei dialoghi. La caratterizzazione dei personaggi lascia il tempo che trova proprio perché ulteriori approfondimenti vanno ricercati nelle serie dedicate ai quattro supereroi protagonisti. Gli attori fanno il loro compitino senza strafare e senza stupire a parte Sigourney Weaver che ci regala invece una splendida performance nelle vesti della “cattiva di turno”. Insomma, tutto sembra fatto a regola d’arte anche se in modo piuttosto convenzionale. Gli effetti speciali sono pochi ma ben realizzati e le scene d’azione sono girate obiettivamente bene.

Quindi cosa non va? Cosa non ha funzionato? allora…Il problema più grosso di questa miniserie è che riesce ad essere coinvolgente solo a tratti. La trama stenta a decollare e i primi tre episodi si seguono a fatica. I quattro eroi insieme non si amalgamano bene sebbene debbano affrontare un nemico comune. Origini, interessi, motivazioni troppo diversi e personalità inconciliabili. E poi diciamocela tutta. Sono eroi che presi singolarmente non hanno quell’appeal mediatico che invece riscontrano i classici supereroi della saga di Avengers o Justice League che tutti conosciamo.

Iron Fist gigioneggia sperduto con la stessa perenne espressione imbronciata ripetendo per otto episodi sempre le stesse battute. Luke Cage è asettico e quindi non giudicabile. Il copione a lui dedicato è ristretto pur essendo oggettivamente l’eroe più potente fra i quattro. Jessica Jones è irritante e sinceramente non si capisce bene che c’azzecca visto che i suoi poteri sono scarsini. E poi Daredevil: supereroe afflitto da mille problematiche esistenziali che riesce a ritagliarsi una parte significativa solo negli episodi finali. Infine Elektra. Eroina interpretata da Élodie Yung che non fa rimpiangere Jennifer Garner in quanto a stile e movenze ma il cui personaggio, nel contesto narrativo, appare piuttosto anonimo

Marvel’s The Defenders manca di quella dose di phatos e di quella necessaria epicità che dovrebbe caratterizzare una serie avente come protagonisti una squadra di supereroi di questo calibro. Diciamo che non si riesce ad avvertire quasi mai una sensazione di tensione né apprensione per le sorti dei protagonisti. Componenti, quest’ultime, fondamentali che determinano in modo preponderante la qualità della visione. In The Defenders manca anche l’elemento sorpresa a parte l’unico colpo di scena rivelato anche troppo prematuramente. Inoltre non è chiaro il motivo per cui i Cinque della Mano debbano distruggere la città di New York e questo è un buco narrativo non da poco. Per contro bisogna dire che i villain funzionano a dovere. Sigourney Weaver incarna bene il suo ruolo di antagonista freddo e calcolatore. Oggettivamente è la più carismatica e la più convincente di tutti i personaggi. Meno funzionali e credibili gli altri componenti della Mano.

Recensione di Bengi B.e.