Ritornano sul grande schermo dopo due anni di assenza le avventure dei quattro amici del “branco”, Phil ( Bradley Cooper), Alan (Zach Galifianakis) , Stu (Ed Helms,) e Doug (Justin Bartha) stavolta non dovranno più sforzarsi di ricostruire gli avvenimenti accaduti nella notte precedente come nei primi due capitoli ma si ritroveranno involontariamente vittime di un gioco di ricatti da parte di un potente boss della malavita di nome Marshall (John Goodman). La trama quindi non segue più lo schema narrativo che ha caratterizzato “The Hangover”  (e meno male ! perché altrimenti sarebbe diventata sicuramente un’altra brutta copia)  ma si discosta nettamente da esso raccontando una storia nuova ma non meno interessante. Già la scena iniziale del film lascia presagire che non mancheranno motivi per ridere di gusto, ( l’incidente della giraffa è sicuramente una bella trovata anche se tecnicamente la realizzazione non è impeccabile, la figura dell’animale, a mio parere, sembra troppo finta rispetto al contesto della scena ). L’eccentrico Alan non prende più gli psico-farmaci, è totalmente disconnesso dalla realtà che lo circonda, combina guai su guai e sta diventando un grosso problema per se stesso e la sua famiglia. I suoi amici decidono di farlo ricoverare in un ospedale psichiatrico per curarsi ma durante il viaggio di andata i quattro vengono rapiti da una banda comandata da Marshall. Il Boss prende in ostaggio Doug , in cambio della sua liberazione chiede al resto del branco di recuperare i 21 milioni di dollari che gli sono stati sottratti da un certo Chaw (Ken Jeong). Ed è proprio quest’ultimo il personaggio più riuscito del film, pur interpretando il ruolo del “cattivo” si guadagna ben presto la simpatia del pubblico, insieme all’amico-nemico Alan da vita a una serie di gag comiche molto spassose che non hanno nulla da invidiare a quelle dei film precedenti. Le battute e la stessa trama ruotano tutte sulla imprevedibilità di Alan e le follie di Chaw. Seppure l’imprinting narrativo ha una struttura decisamente nuova non mancano riferimenti e richiami agli avvenimenti accaduti in “Una vita da leoni capitolo uno” con cui condivide la medesima ambientazione, eh si!, perché  i nostri eroi ritornano dopo varie vicissitudini  nella capitale del Nevada dove tutto ebbe inizio.In questa pellicola  Bradley Cooper (protagonista di Limitless) e Ed Helms hanno un ruolo più secondario, il regista da spazio al talentuoso Ken Jeong nei panni dell’ esuberante Chaw e soprattutto a Zach Galifianakis che diventa l’anima del film nonché il vero mattatore. Come nei precedenti capitoli ,anche in  “Una notte da leoni 3” ritroviamo nel ruolo di sceneggiatore-regista Todd Philps, egli dirige con grande intelligenza questa pellicola scadenzando perfettamente i ritmi della narrazione , i vari siparietti comici fra Alan e Chaw, i momenti di azione e i colpi di scena si alternano in modo equilibrato. In sintesi : Una notte da leoni 3 è un film piacevole e divertente che  non deluderà le aspettative dei fan del  “branco” e non farà rimpiangere la formula del racconto in flashback che aveva caratterizzato i primi Hangover. Non abbiate fretta di alzarvi dalla poltrona durante i titoli di coda perché è stata inserita una scenetta  molto spiritosa che forse preannuncia un possibile sequel.