The OA: una serie che fa del surreale e dell’irrazionalità le sue componente più intriganti 

The OA è una serie difficile da valutare proprio per la sua atipicità. Insieme ad alcune cose che proprio non funzionano ce ne sono tante altre che la rendono unica nel suo genere. Per apprezzarla pienamente bisognerebbe mettere da parte ogni accostamento con la realtà accettando con un atto di fede tutto quello che ci viene propinato. Più facile a dirsi che a farsi direte voi.  The OA è una serie dove logica e razionalità vengono messe da parte per far posto alle idee bizzarre e allo stesso tempo geniali partorite dalla fantasia e dalla creatività degli autori.

Ideata da Brit Marling e Zal Batmanglij, la seconda stagione di The OA è una storia complessa dove si mescolano vari generi. C’è una componente mistica, una fantasy e anche ovviamente della fantascienza. Si parla di universi paralleli e salti spazio-temporali in altre dimensioni. Tutti argomenti trattati dalla fisica teorica che vengono qui affrontanti in maniera molto più speculativa e fantasiosa. Gli autori si divertono ad immaginare quale potrebbe essere una realtà alternativa e anche come raggiungerla. Nella prima stagione, P.A. aveva scoperto che per aprire un varco verso altre dimensioni era necessario eseguire una sequenza di segni in perfetta sincronia con altre quattro persone. Idea che ho trovato tanto divertente quanto ridicola durante tutta la sua esecuzione. Questa realtà alternativa che si troverebbe in una delle tante dimensioni esistenti, cambierebbe in base all’evolversi degli eventi. Ecco che Prairie Johnson (P.A.) si ritrova, dopo aver fatto il salto nell’ultimo episodio della prima stagione, in una nuova realtà nelle vesti di Nina Azarova, una ricca ereditiera russa. L’incidente con l’autobus qui non è mai avvenuto, di conseguenza ha intrapreso un percorso differente rispetto alla sua precedente vita. Si ritrova, suo malgrado, rinchiusa in una clinica per malati di mente con lo stesso carceriere (Hap) che l’aveva rinchiusa per 7 lunghi anni nella sua precedente esistenza.

Premetto che la prima stagione di The OA non mi aveva convinto granché. Ritmi troppo lenti, poca varietà di contenuti e spesso in talune situazioni l’ho trovata anche irritante. La stagione 2 di The OA fa un decisivo balzo in avanti in termini di qualità rispetto alla prima stagione grazie all’inserimento di nuovi contenuti, un nuovo importante personaggio e ai ritmi più sostenuti. Purtroppo i difetti caratteristici di questa serie persistono anche nella seconda stagione. I protagonisti fanno di tutto per risultare irritanti con il loro comportamento privo di logica e coerenza. Inoltre, accanto a idee assolutamente azzeccate per originalità e inventiva ci sono tante altre trovate inappropriate e fuori contesto. Per quanta fantasia possa metterci lo spettatore nell’accettare certe situazioni, riuscire a dare un minimo di senso alla trama di The OA diventa veramente un’impresa difficile. Anche se stiamo parlando di una serie fantastica dove tutto potrebbe essere lecito a prescindere, alcune sequenze, oltre ad essere troppo strambe, sembrano quasi scollegate fra loro. Sembra quasi che gli autori, in un eccesso di creatività, si siano divertiti a buttare nel calderone qualsiasi cosa gli venisse in mente cercando poi di fare quadrare il tutto con molta pretenziosità.

Parliamo ora dei pregi! Perché di pregi questa serie li ha e se ho dato un sette come valutazione finale dovrò pur giustificarlo. Allora! The OA, nonostante i difetti prima accennati, è comunque una serie assolutamente affascinante per la sua capacità di instillare un interrogativo dopo l’altro obbligando lo spettatore a pensare in maniera alternativa e fuori dagli schemi per dare un senso al tutto. Non che si riesca sempre in questo intento ma quantomeno la curiosità cresce a tal punto da incollarti alla poltrona per vedere cosa succederà nella puntata successiva. Le tante idee bizzarre che sembrano inserite quasi per caso in realtà diventano in qualche modo anche dei pregi. Potrei dire che è una serie che fa del surreale e dell’irrazionalità le sue componenti più intriganti.

Inoltre in alcuni frangenti la trama sembra quasi la trasposizione di un immenso incredibile sogno, tanto complesso e intricato quanto affascinante. Vuoi anche per l’ottima fotografia e vuoi anche per la funzionali musiche evocative di accompagnamento. Per non parlare del finale che definirei sorprendente, geniale ma stravagante come tutto il resto della stagione.

The OA - stagione 2
  • 7/10
    Valutazione - 7/10
7/10

Trailer

Genere Fantasy, fantascienza
Stagioni 2
Anno
2016 (prima stagione), 2019 (seconda stagione)
Paese USA
Regia Zal Batmanglij
Ideatore   Brit Marling, Zal Batmanglij
Cast Brit Marling (Prairie Johnson / PA ), Emory Cohen (Homer), Phyllis Smith ( BBA), Patrick Gibson (Steve), Brendan Meyer (Jesse), Brandon Perea (Alfonso), Ian Alexander (Buck / Michelle Vu), Jason Isaacs (Hap/ Percy)

Recensione di Bengi B.